Perché è così bella la Venere senza braccia
di Umberto Eco
L' estetica delle
rovine capovolge il concetto di perfezione formale e compiutezza dell' opera d'
arte.
Di solito l' imperfezione si definisce rispetto a un genere, un
canone, una legge. Guglielmo d' Alvernia, nel suo Tractatus de bono et malo,
riteneva turpe uno che avesse tre occhi o un occhio solo, il primo per avere
ciò che disdice, il secondo per non avere ciò che si conviene... Quindiè
imperfetto qualcosa che ha troppo o troppo poco rispetto alla norma. Che è poi
quello che diceva ancora Leopardi nello Zibaldone: «la perfezione di un essere
non è altro che l' intera conformità colla sua essenza primigenia». Benissimo.
Ma è imperfetta la Venere di Milo a cui mancano le braccia, eppure le folle
vanno al Louvre per ammirarla (...). Talora celebriamo come seducenti creature
affette da strabismo di Venere, nasi come quello di Barbra Streisand, Montaigne
celebrava il fascino delle zoppe e troviamo in Tanizachi la lode delle gambe
ricurve della donna giapponese.
Ma il fascino è fenomeno imprendibile e certamente non ha nulla a
che vedere né con la perfezione né con la bellezza. Forse quello che dobbiamo
chiarire meglio è il criterio di imperfezione nell' arte. Dove, tanto per
cominciare, almeno ai tempi nostri non possiamo più applicare una norma, altrimenti
un volto di Picasso sarebbe imperfetto. È che l' opera d' arte pone la norma a
se stessa. Quello che cerchiamo nell'opera d' arte non è più la rispondenza un canone del gusto, ma a un criterio che è interno, dove l' economia e la
coerenza formale donano la legge alle proprie parti....
http://www.repubblica.it 07 luglio 2012
E' SOLO UNA PICCOLA PARTE DI QUESTO BELLISSIMO ARTICOLO CHE MI HA SUGGERITO UN'AMICA, PER L'INTERO PEZZO ANDATE QUI ;) http://www.fondfranceschi.it/cogito-ergo-sum/perche-e-cosi-bella-la-venere-senza-braccia
Nessun commento:
Posta un commento